And the Oscar goes to? (favoritismi)

Volenti o meno, c’è una notte in cui cinefili, critici, esercenti o semplici appassionati di cinema si fermano per vedere chi vincerà la statuetta più ambita di categoria. Gli Oscar rappresentano una vera e propria istruzione di genere, oltre a essere uno degli eventi a premi più seguiti del globo. Le statuette vengono assegnate da una vera e propria commissione di esperti: l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences. C’è da dire che l’Academy negli anni ha ricevuto le più svariate critiche a causa di gusti molto tradizionali, legate al cinema classico, altre volte per particolari avversioni nei confronti di attrici e attori.

Presa visione dei film nominati e in attesa di scoprire i reali vincitori, in questo post dei Cahiers du Don troverete per ogni categoria chi secondo il sottoscritto dovrebbe vincere (evidenziato in neretto):

Miglior film:

Miglior regia:

  • Alejandro González Iñárritu – Birdman
  • Richard Linklater – Boyhood
  • Bennett Miller – Foxcatcher
  • Wes AndersonThe Grand Budapest Hotel
  • Morten Tyldum – The Imitation Game

Miglior attore protagonista:

  • Steve Carell – Foxcatcher
  • Bradley Cooper American Sniper
  • Benedict Cumberbatch – The Imitation Game
  • Michael Keaton – Birdman
  • Eddie RedmayneLa teoria del tutto

Miglior attrice protagonista:

Miglior attore non protagonista:

  • Robert Duvall – The Judge
  • Ethan Hawke – Boyhood
  • Edward Norton – Birdman
  • Mark Ruffalo – Foxcatcher
  • K. SimmonsWhiplash

Migliore attrice non protagonista:

  • Patricia ArquetteBoyhood
  • Laura Dern – Wild
  • Keira Knightley – The Imitation Game
  • Emma Stone – Birdman
  • Meryl Streep – Into the Woods

Migliore sceneggiatura originale:

  • Alejandro González Iñárritu, Nicolás Giacobone, Alexander Dinelaris e Armando Bo – Birdman
  • Richard Linklater – Boyhood
  • Dan Futterman e Max Frye – Foxcatcher
  • Wes AndersonThe Grand Budapest Hotel
  • Dan Gilroy – Lo sciacallo – Nightcrawler

Migliore sceneggiatura non originale:

  • Jason Hall – American Sniper
  • Graham MooreThe Imitation Game
  • Paul Thomas Anderson – Vizio di forma (Inherent Vice)
  • Anthony McCarten – La teoria del tutto
  • Damien Chazelle – Whiplash

Miglior film straniero:

  • Ida, regia di Paweł Pawlikowski (Polonia)
  • Mandariinid, regia di Zaza Urushadze (Estonia)
  • Leviathan (Leviafan), regia di Andrej Petrovič Zvjagincev (Russia)
  • Timbuktu, regia di Abderrahmane Sissako (Mauritania)
  • Storie pazzesche (Relatos salvajes), regia di Damián Szifrón (Argentina)

Miglior film d’animazione:

  • Big Hero 6, regia di Don Hall e Chris Williams
  • Boxtrolls – Le scatole magiche, regia di Graham Annable e Anthony Stacchi
  • Dragon Trainer 2, regia di Dean DeBlois
  • Song of the Sea, regia di Tomm Moore
  • La storia della principessa splendente, regia di Isao Takahata

Migliore fotografia:

  • Emmanuel Lubezki – Birdman
  • Robert YeomanThe Grand Budapest Hotel
  • Ryszard Lenczewski e Lukasz Zal – Ida
  • Dick Pope – Turner
  • Roger Deakins – Unbroken

Miglior scenografia:

  • Adam StockhausenThe Grand Budapest Hotel
  • Maria Djurkovic – The Imitation Game
  • Nathan Crowley – Interstellar
  • Dennis Gassner – Into the Woods
  • Suzie Davies – Turner

Miglior montaggio:

  • Joel Cox e Gary D. Roach – American Sniper
  • Sandra Adair – Boyhood
  • Barney PillingThe Grand Budapest Hotel
  • William Goldenberg – The Imitation Game
  • Tom Cross – Whiplash

Migliore colonna sonora:

  • Alexandre DesplatThe Grand Budapest Hotel
  • Alexandre Desplat – The Imitation Game
  • Hans Zimmer – Interstellar
  • Gary Yershon – Turner
  • Jóhann Jóhannsson – La teoria del tutto

Migliore canzone:

  • Everything Is Awesome, musica e parole di Shawn Patterson – The LEGO Movie
  • Glory, musica e parole di John Stephens e Lonnie Lynn – Selma – La strada per la libertà
  • Grateful, musica e parole di Diane Warren – Beyond the Lights
  • I’m Not Gonna Miss You, musica e parole di Glen Campbell e Julian Raymond – Glen Campbell: I’ll Be Me
  • Lost Stars, musica e parole di Gregg Alexander e Danielle Brisebois – Tutto può cambiare (Begin Again)

Migliori effetti speciali:

  • Dan DeLeeuw, Russell Earl, Bryan Grill e Dan Sudick – Captain America: The Winter Soldier
  • Joe Letteri, Dan Lemmon, Daniel Barrett e Erik Winquist – Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie (Dawn of the Planet of the Apes)
  • Stephane Ceretti, Nicolas Aithadi, Jonathan Fawkner e Paul Corbould – Guardiani della Galassia (Guardians of the Galaxy)
  • Paul Franklin, Andrew Lockley, Ian Hunter e Scott FisherInterstellar
  • Richard Stammers, Lou Pecora, Tim Crosbie e Cameron Waldbauer – X-Men – Giorni di un futuro passato (X-Men: Days of Future Past)

Miglior sonoro:

  • American Sniper
  • Birdman
  • Interstellar
  • Unbroken
  • Whiplash

Miglior montaggio sonoro:

  • American Sniper
  • Birdman
  • Lo Hobbit – La battaglia delle cinque armate
  • Interstellar
  • Unbroken

Migliori costumi:

  • Milena CanoneroThe Grand Budapest Hotel
  • Mark Bridges – Vizio di forma (Inherent Vice)
  • Colleen Atwood – Into the Woods
  • Anna B. Sheppard e Jane Clive – Maleficent
  • Jacqueline Durran – Turner

Miglior trucco e acconciatura:

  • Bill Corso e Dennis Liddiard – Foxcatcher
  • Frances Hannon e Mark CoulierThe Grand Budapest Hotel
  • Elizabeth Yianni-Georgiou e David White – Guardiani della Galassia (Guardians of the Galaxy)

Miglior documentario:

Birdman (recensione)

Birdman è l’ultimo film del regista messicano Alejandro González Iñárritu, presentato all’ultimo Festival di Venezia, che ha generato un animato chiacchiericcio da parte di pubblico e critica. Il film è uscito nelle sale americane lo scorso ottobre e ha ottenuto il più alto numero di nomination ai prossimi Oscar, ben nove, al pari di The Grand Budapest Hotel di Wes Anderson.

Il protagonista è un affermato attore hollywoodiano, Riggan Thompson, famoso per aver interpretato un supereroe sul grande schermo e deciso a dimostrare al grande pubblico le sue capacità attoriali tramite l’adattamento teatrale di un libro di Raymond Carver. Conosceremo tutta la compagnia impegnata nella pièce teatrale, l’agente di Riggan e il dietro le quinte del teatro di Broadway, fulcro di tutta l’azione.

Gli aspetti metacinematografici della pellicola sono molteplici, a cominciare dal riuscitissimo cast: Michael Keaton è Riggan/Birdman, uno dei Batman diretti da Tim Burton, rimasto come uno degli uomini pipistrello più iconici al cinema. L’egocentrico Mike Shiner è Edward Norton; lo stesso che ha rifiutato il ruolo di Hulk nella trasposizione cinematografica di The Avengers, più volte citato durante il film. A completare il cast Naomi Watts nel ruolo di un’attrice che sogna da sempre di calcare un qualsiasi palco di Broadway ed Emma Stone nei panni della figlia di Riggan.

Il regista affonda un colpo da vero maestro. Il film è girato come un unico piano sequenza, senza nessun apparente taglio di montaggio, con una macchina da presa che si muove in maniera labirintica nei meandri delle quinte del teatro. Con una narrazione a tratti soffocante, il punto di vista cambia di continuo e diventa in soggettiva quello di uno dei protagonisti, poi quello di un narratore diegetico, poi extradiegetico. Il film riflette sullo spettacolo in senso lato: sulla condizione dell’attore ai tempi della fama consumata sui social network e calcolata sulla base delle visualizzazioni su youtube, sull’impossibilità di scrollarsi di dosso un ruolo che Hollywood ti ha affibbiato, sul potere che la stampa ha di esaltarti e demolirti insieme, sull’ego dell’artista sviscerato in tutte le sue forme. Iñárritu riesce a raccontare tutto questo in quasi due ore di pellicola con un ordinato senso del caos, interno ed esterno ai protagonisti, costruendo un racconto lucido e rocambolesco perfettamente orchestrato.